Il regista, messosi nei guai dopo le ultime dichiarazioni, filo naziste, al Festival di Cannes ha annunciato che non si pronuncerà più durante una conferenza stampa. "Non darò mai più delle conferenze stampa. Ho chiuso. D'ora in poi farò come Terrence Malick, mi starò zitto. Non vedo perchè debba essere il solo ad avere questo privilegio", queste le sue parole in una recente intervista. Il cineasta, disse all'epoca davanti alla stampa di capire Hitler. Affermazioni shock che spinsero gli organizzatori del Festival di Cannes a dichiararlo persona non grata, mentre il suo film, "Melancholia", secondo molti critici, avrebbe potuto concorrere per la Palma d'oro con "Tree of Life" dell'americano Malick, che poi vinse la prestigiosa ricompensa. L'attrice Kirsten Dunst ottenne invece il premio per la migliore interpretazione femminile del film di Von Trier. Il regista dichiara che non era preparato a quella famosa conferenza e che ciò ha causato in lui il panico, che l'ha portato a dire un sacco di stupidaggini: "Come uno che cade dalla bici, sono andato nel panico. Ho detto cose davvero idiote, e ce l'ho con me stesso per aver ferito delle persone. Il mio problema è l'ossessione dei conflitti e quindi non riesco ad impedirmi di sollevarne quando posso. Di fronte ad un'assemblea che si aspetta di sentirmi dire qualcosa, io lo faccio. E quando dico che sono nazista, mi stupisco che le persone mi credano. A Cannes ho toccato un vero tabù". Afferma di essersi scusato almeno dieci volte e aggiunge: "Non è per difendermi ma credo che il politically correct sta uccidendo il mondo. Se cadiamo in questa trappola, il pensiero rischia di impoverirsi".
Magari però si potrebbe mediare con i termini, no?